Attilan, Slorenia

 

Una scarica di energia apre un varco tra le macerie della Sala del Consiglio Genetico. Clint Barton emerge nei panni dello Spadaccino, ed il suo primo pensiero è per la donna che ha cercato di salvare.

-Tutto bene Crystal? – le chiede porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

-Sì, se non avessi creato un cuscinetto d’aria compressa il peso ci avrebbe sicuramente schiacciati.

-Vedo che hai ben chiare le priorità su quale Vendicatrice della Costa Ovest salvare – risponde anche un’altra voce femminile, mentre She-Hulk esce senza un graffio dalla massa di detriti che l’aveva sepolta.

-Mi conosci, verdolina, non mi lascio mai scappare la possibilità di aiutare una donzella in pericolo.

-Credo che stavolta i ruoli siano stati invertiti – commenta l’Inumana dopo aver constatato la presenza di Starfox ed Iron Man, privi di sensi sulle tra le macerie.

Il corpo disattivato di Visione cade sopra di loro. Lo Spadaccino e She-Hulk alzano lo sguardo: Freccia Nera sta fluttuando verso terra, ed il resto della famiglia reale si sta avvicinando.

-Coraggio. Possiamo sconfiggerli – incita Clint Barton.

-Tu pensi sempre di “poterli sconfiggere” – sottolinea She-Hulk.

-E pensi che gli lascerò darmi torto proprio oggi?

 

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#82

La cospirazione della città nascosta

di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

Sotterranei di Attilan

 

Janet Van Dyne, altrimenti nota come la Meravigliosa Wasp, si è probabilmente già trovata in situazioni peggiori di questa, ma anche se è così, non riesce a ricordarselo e non è più tanto sicura che, come diceva qualcuno, l’ignoranza sia una benedizione. La sua compagna di squadra Monica Rambeau, alias Photon, è appena caduta vittima del potere di controllo mentale di Maximus il Pazzo, il fratello degenere del re degli Inumani Freccia Nera. Naturalmente non occorre avere un QI molto elevato per comprendere che quando uno ha come soprannome “Il Pazzo” non puoi che aspettarti guai da lui e non c’è alcun dubbio che questo sia davvero un bel guaio.

Maximus é appena uscito dalla sua cella ed ha pronunciato una semplice, terrificante, frase:

-Photon…uccidi Wasp e distruggi il mondo, per cortesia.

-Sì, Lord Maximus – ho risposto Photon, puntando il dito verso Wasp.

Subito dopo c’è stato un lampo di energia accecante seguito dalla risata di un pazzo.[i]

Quando la luce si dissipa, nella stanza ci sono solo due figure in piedi: Maximus e Photon sempre in forma di ologramma vivente.

-L’hai disintegrata? Ma che brava che sei Photon –commenta allegramente il fratello di Freccia Nera –Sei molto utile da tenere a portata di mano. Un momento, però… dimenticavo che la nostra graziosa amica è in grado di mutare di dimensioni e diventare come un piccolo fastidiosissimo insetto. È così Wasp? Sei ancora viva e sei qui intorno?

Non trattenere il respiro nell’attesa che ti risponda, pensa Janet, mentre vola troppo in alto per essere vista anche nelle sue attuali dimensioni di vespa. A quanto pare, pensa, devo trovare un sistema per neutralizzare Monica, anche se non è solida e fermare Maximus prima che sia troppo tardi. Perché mi sono alzata dal letto stamani?

 

 

Nel centro di Attilan.

 

Siamo sicuramente stati in guai peggiori, pensa Clint Barton nei panni dello Spadaccino mentre vede avanzare la famiglia reale inumana al completo con il monarca Freccia Nera, uno degli uomini più potenti del pianeta, in prima linea. Si: ci sono stati sicuramente momenti peggiori di questo, ma al momento non riesco a ricordarmene neanche uno. Vede le antenne che Freccia Nera porta sulla maschera crepitare di energia. Non perde tempo a chiedersi che tipo di attacco sia: preme uno dei pulsanti della sua spada, la stessa che era appartenuta all’originale Spadaccino, ed istantaneamente genera uno scudo energetico che assorbe il colpo. Non abbastanza però da evitargli di essere sbalzato all’indietro mentre il campo di forza stesso cade subito dopo.

-Ok.- commenta –Non ho mai detto che sarebbe stato facile.

Crystal avanza verso il gruppetto davanti a lei. Sua sorella, i suoi cugini. Non le faranno del male, la ascolteranno, devono farlo.

Le sue speranze si infrangono quando Medusa, sua sorella, usa i suoi capelli viventi per afferrarla e sollevarla oltre la sua testa.

-Devi morire.- dice semplicemente –Così vuole il padrone.

Maximus, sempre lui: avrebbe dovuto immaginarlo. Il pazzo fratello di Freccia Nera è sempre stato all’origine dei loro guai. Anche stavolta ha trovato il sistema di superare i blocchi imposti alla sua cella ed usare il suo potere mentale. C’è qualcosa che non va, però: anche al culmine del suo potere Maximus non è mai stato in grado di controllare contemporaneamente l’intera popolazione inumana compresi i suoi parenti. C’è qualcosa di più sotto, ma Crystal non può preoccuparsene adesso. Genera un vento impetuoso che si dirige verso la famiglia reale scompaginandola e nel contempo liberandola dai capelli di Medusa, poi lo stesso vento la deposita gentilmente al suolo.

Non c’è tempo per preoccuparsi di lei, però, perché l’attenzione di Crystal è attirata dal compagno di squadra in difficoltà: Freccia Nera si sta avvicinando con tutta calma allo Spadaccino.

-Crystal! Come facciamo a sconfiggere tuo cugino? – chiede Clint Barton, proteggendosi la faccia dalle scintille generate dallo scontro tra il flusso di corrente lanciato da Freccia Nera e la sua spada.

-Non sono sicura che possiamo – risponde onestamente l’Inumana, usando i propri poteri elementali per imprigionare il sovrano in una prigione di roccia solida.

Ci sono a malapena cinque secondi per riprendere fiato, prima che la prigione si riduca in briciole grazie al potere di Freccia Nera sugli elettroni. Crystal tenta di riformare il blocco, ma il controllo sulla materia del cugino rivaleggia con il suo.

Crystal è affezionata al marito di sua sorella, ma una parte di lei ha sempre temuto il suo potere. Ora che lo vede avvicinarsi silenzioso ed implacabile, si ricorda il perché.

-Non è così che si tratta una signora, sire – scherza Starfox, anche se nessuno può cogliere la sua battuta vista la velocità a cui sta volando.

Troppo concentrato sui suoi avversari, Freccia Nera non fa in tempo a proteggersi: Starfox lo solleva da terra e lo scaraventa verso uno degli edifici.

O meglio, Freccia Nera si sfracellerebbe contro uno degli edifici se non arrestasse la propria traiettoria. Il suo sguardo si fissa su quello di Starfox, che non aspettava altro.

-Lo so che stai combattendo tuo fratello, Freccia Nera. Credimi, so cosa vuol dire cercare di liberarsi di un fratello pazzo. Forse il mio potere può liberarti dal suo controllo.

Starfox cerca di stimolare telepaticamente i centri del piacere del cervello di Freccia Nera, ma tutto ciò che ottiene è un feedback mentale incredibilmente doloroso.

Non doloroso quanto il pugno di Freccia Nera che lo scaraventa oltre i confini di Attilan, però.

 

 

New York City.

 

Chi osservasse quest’elegante signore di mezza età oltrepassare il cancello del Palazzo dei Vendicatori potrebbe anche trovare un po’ bizzarro il suo abbigliamento. No: non stiamo parlando del completo gessato color blu scuro, impeccabile prodotto di una sartoria di alta qualità, bensì della bombetta uscita da uno dei migliori negozi di Regent Street a Londra e dell’ombrello che sta usando come bastone da passeggio. I più attenti tra questi osservatori, quelli che hanno letto e visto tutto quello che c’è da leggere e vedere sui Potenti Vendicatori, non farebbero certo fatica a riconoscere Edwin Jarvis, il famosissimo maggiordomo dei Vendicatori, quanti di loro però ne ricorderebbero il nome?

Jarvis non si cura di questo mentre il cancello si richiude alle sue spalle e lui avanza lungo il vialetto d’ingresso per poi fermarsi a rimirare la casa in cui ha passato la maggior parte della sua vita. Hanno fatto davvero un buon lavoro, pensa, sembra proprio la stessa identica magione fatta costruire dal nonno di Anthony Stark nel 1935. Per chi non ne sapesse niente, sarebbe impossibile sospettare che è stata distrutta e ricostruita più volte in meno di dieci anni.

Jarvis sorride pensando alle tante cose che sono successe da quando lui ha assunto l’incarico di maggiordomo della famiglia Stark prima e dei Vendicatori poi. Non sono state tutte sono state belle esperienze, è vero, ma quasi tutte valevano la pena di essere vissute alla fine.

Con decisione entra nel palazzo. Le vacanze sono finite e per rendere di nuovo abitabile questa casa ci sono molte cose da fare e tanto vale cominciare subito.

 

 

Attilan

 

A prima vista lo scontro sembrerebbe impari: Karnak degli Inumani è un omettino non tanto alto e magro, dai muscoli insignificanti e She-Hulk è una gigantessa la cui forza è in grado di abbattere i palazzi. È uno scontro impari, è vero, ma non nel modo che potreste aspettarvi.

Jennifer avrebbe preferito scontrarsi con Gorgon, ma è stato Karnak a pararsi davanti a lei e mentre She-Hulk esita a colpirlo, l’Inumano dalla testa innaturalmente grande sembra studiarla per poi scattare e colpirla con il taglio della mano in un punto preciso del suo corpo. Un attimo dopo Jennifer si ritrova proiettata all’indietro e piomba al suolo per accorgersi che i suoi muscoli si rifiutano di rispondere alle sue sollecitazioni. Anche solo muovere le dita le costa un’enorme fatica. Chi l’avrebbe mai detto che quel piccoletto fosse in grado di fare una cosa simile? Doveva stare più attenta alle lezioni sugli Inumani, decisamente doveva stare più attenta.

-La forza bruta non è tutto, umana.

Karnak sferra il colpo finale, ma invece del collo della vendicatrice verde colpisce della carne sintetica dura come il diamante.

-Corretto. Può tuttavia essere produttiva.

Un rovescio della Visione mette fine al combattimento, e Karnak crolla a terra. Visione aiuta She-Hulk a rialzarsi, ma non c’è tempo per i ringraziamenti: la piazza si riempie all’improvviso di Inumani che corrono o volano verso i Vendicatori. Solo pochi momenti prima erano normali cittadini che si erano chiusi in casa in attesa della fine delle ostilità… peccato che la maggioranza dei “normali cittadini” di Attilan abbia super-poteri.

-Quando una delle sue pedine cede, Maximus provvede ai rinforzi.

-Lascia, ci penso io. Intanto, come vanno le cose ad Est? – chiede She-Hulk, battendo le mani con forza sufficiente da creare un’onda d’urto a cui pochi Inumani possono resistere.

-In modo accettabile – risponde Visione, il cui corpo intangibile si lascia attraversare senza danni dal possente colpo della gigantessa di giada.

-Se la grande mela ti annoia puoi sempre trasferirti ad Ovest a prendere un po’ di sole, lo sai vero?

-I miei ricettori solari necessitano un’esposizione minima, per cui un cambio di residenza non avrebbe incidenza apprezzabile sulla mia efficienza. Ma apprezzo il suggerimento.

-Non sei un granché nella conversazione spicciola, Viz. Hey, è una mia impressione o una battaglia con migliaia di Inumani doveva essere molto più dura di così?

-Il livello di controllo di Maximus sembra inversamente proporzionale alla quantità di persone sotto la sua influenza. Solo gli Inumani addestrati nel combattimento si stanno rivelando avversari pericolosi.

In tutta risposta un fulmine colpisce il sintezoide, che si accascia a terra apparentemente privo di vita. She-Hulk stringe pugni e denti osservando Freccia Nera scendere dolcemente verso il suolo, come se nulla fosse. L’espressione sul suo volto è ancora più priva di sentimento di quella di Visione.

-Mister, so che non è del tutto colpa tua, ma mi stai facendo davvero arrabbiare. Pessima idea.

She-Hulk carica verso Freccia Nera, sferrando un pugno che potrebbe scatenare un piccolo terremoto.

Le finestre di mezza Attilan esplodono, e la nube di polvere e detriti sollevata è sufficiente ad oscurare i due avversari. Qualche secondo dopo, quando la polvere si dirada, Freccia Nera sta ancora stringendo con una mano il pugno di She-Hulk.

Soltanto ora, She-Hulk si rende conto di cosa ha provato la Cosa durante il suo primo scontro con il sovrano degli Inumani, perché Freccia Nera la colpisce allo stomaco con abbastanza forza da toglierle il fiato e costringerla a piegarsi in due per il dolore.

 

Una scarica elettrica generata dalla spada dello Spadaccino costringe Gorgon ad indietreggiare. Un muro di fiamme creato da Crystal rende inoffensivo Triton, disidratato in pochi secondi dal calore.

Nessuno dei due si accorge dei capelli di Medusa che si avvicinano alle loro spalle per strangolarli, ma non ne hanno bisogno: due raggi repulsori colpiscono il terreno facendo indietreggiare i capelli, prima che Iron Man atterri.

<<Almeno una volta sarebbe bello visitare un regno senza dover combattere con i reali>>

Medusa non si lascia cogliere impreparata ed avvolge il Vendicatore in armatura con i propri capelli, rinchiudendolo in un bozzolo rosso. Potrebbe sembrare una cosa da poco per l’Invincibile Iron Man, ma la forza dei capelli di Medusa non è qualcosa da sottovalutare: la pressione che la sua intera chioma può generare inizia a farsi sentire.

-Figurarsi se non ti facevi mettere nei guai da una rossa – commenta lo Spadaccino, attivando il raggio congelante della spada per tenere a freno Gorgon.

Prima che possa correre in soccorso dell’amico, però, due raggi laser recidono i capelli di Medusa.

Iron Man lascia cadere a terra i generatori fumanti che si staccano dalle mani, e lo Spadaccino commenta:

-Potevo tagliarglieli io. Esibizionista.

<<L’ho visto fare in un film e volevo vedere se funzionava>>

 

 

Sotterranei di Attilan

 

Rannicchiata sotto un pesante macchinario di cui ignora la funzione, Wasp osserva un raggio di luce rimbalzare da una parete all’altra lasciandosi dietro solo fori fumanti.

“Stai calma Janet, respira. Sei uscita da situazioni peggiori. E’ vero, i tuoi pungiglioni non possono ferire Photon, lei può trasformarsi in un raggio laser prima ancora che tu la veda, i Vendicatori non sanno che sei qui, Maximus sta per uccidere miliardi di persone, ma…ma… Diavolo, quanto avrei bisogno di un discorso di Capitan America adesso!”

Un flash improvviso inonda la stanza di luce. Wasp rimpicciolisce fino alle dimensioni minime che può raggiungere e vola dietro il macchinario, fiduciosa di non farsi trovare.

Non può sapere che proprio allora Photon si è trasformata in raggi-X, ma capisce di essere stata rintracciata quando una scarica fotonica fora il macchinario. Ed il muro dietro di esso. E le mura delle tre stanze adiacenti.

-Basta così – ordina Maximus – Trasformati in neutrini e setaccia tutta Attilan. Una volta uccisi i Vendicatori torna da me ed attiveremo la macchina.

-Sì, mio signore – risponde Photon, svanendo alla vista umana.

Wasp chiude gli occhi. Può sentire il proprio cuore battere, ma non è successo niente. Si affaccia al foro creato nel macchinario, ma non può vedere Photon.

C’è solo Maximus, con un’espressione di estrema concentrazione, che si massaggia le tempie.

-Andiamo, fratello, lo sai che vuoi farlo. Lo sai che vuoi lasciarti andare e dire una parola, una parola qualsiasi…

Wasp è confusa e spaventata. Da quanto ha origliato al briefing della missione, se Freccia Nera emettesse il minimo suono potrebbe radere al suolo l’intera Attilan.

Non può permetterglielo. Anche se probabilmente Photon la friggerà viva non appena si farà vedere, non può continuare a nascondersi ed aspettare che siano gli altri Vendicatori ad agire.

 

Photon non è sparita, anzi è proprio di fronte a Maximus. Il suo corpo è ora composto di neutrini, i fantasmi della fisica quantistica. Il suo corpo è ora così evanescente che potrebbe passare attraverso tutti i pianeti del sistema solare senza essere minimamente rallentata.

E’ in questa situazione che la scienza fatica ancora a razionalizzare che l’influenza di Maximus inizia a diminuire.

Quando si trova in forma energetica, i sensi di Photon sono molto meno comprensibili di quelli di un essere umano. Ora non sa come possa “vedere”, ma di certo non è grazie alla luce. Eppure “vede” chiaramente Maximus per la prima volta.

Un’oscura voragine nera di morte e dolore, i resti psionici delle migliaia di vittime dell’eccidio di Ultron. Come un parassita, Maximus li ha sfruttati per aumentare il proprio potere.

Così come gli abitanti della Slorenia massacrati dal robot omicida, questi fantasmi non possono fare nulla e non ci sarà nessuno per salvarli.

Qualcuno, però, ha tutta l’intenzione di vendicarsi per conto loro.

-Maximus – dice Photon.

Il pazzo alza lo sguardo verso la Vendicatrice, in carne ed ossa ma con gli occhi brillanti di energia e vendetta. Maximus alza un sopracciglio.

-Non vorrete combattere, vero?

-Come idea mi piace – risponde Wasp, utilizzando i propri pungiglioni nello stesso momento in cui Photon emette un raggio laser.

I raggi di energia emessi dalle due Vendicatrici sono bloccati da un campo di forza a pochi centimetri da Maximus.

-Mai cercare di uccidere miliardi di persone senza pensare alla sicurezza. Mi prendete per pazzo o cosa?

 

 

Attilan

 

Le guardie del palazzo stanno facendo del proprio meglio, ma non solo Maximus non riesce a sfruttare a dovere il loro addestramento: stanno anche cercando di tenere testa a tre Vendicatori.

Il fatto che attorno a loro ci siano a terra i membri della Famiglia Reale che sono stati sconfitti dovrebbe dire qualcosa sulle loro chance.

-Avremmo dovuto farlo tempo fa – commenta lo Spadaccino.

<<Combattere un’altra città di super-umani?>>

-Andare diretti alla fonte: sapevamo che Attilan era coinvolta ma non ci siamo mossi fino all’ultimo. Invece Visione era talmente tanto preoccupato dall’idea di causare un incidente internazionale da averci fatto perdere una marea di tempo.

<<Sono d’accordo, Clint. Forse è stato in reazione all’esagerazione dei tempi dell’Ordine. Ma è tempo che i Vendicatori tornino a darsi da fare>>

-Suona quasi come una candidatura.

<<Forse lo è. Posso contare sul tuo voto?>>

-Spiacente testa di ferro, ma come prossimo leader darei un pessimo segnale se non votassi per me stesso.

Detto questo lo Spadaccino si prepara a colpire uno degli Inumani. Non è necessario, però, perché l’avversario crolla improvvisamente a terra così come tutte le guardie che erano accorse sul posto.

Iron Man, lo Spadaccino e Crystal si raggruppano, schiena contro schiena, pronti a tutto.

A guardarli dall’alto verso il basso è Freccia Nera. L’antenna sulla sua fronte sta crepitando di energia.

-Coraggio. Possiamo sconfiggerlo.

<<La priorità è impedirgli di parlare. Io penso a distrarlo>>

-E con cosa lo colpisco da quaggiù? Guarda che non ho né arco né frecce!

<<Improvvisa>>

Iron Man attiva gli stivali-razzo per scagliarsi verso Freccia Nera, che non sembra minimamente preoccupato. Afferra l’armatura di Iron Man lasciando le proprie impronte sul metallo, scagliando via il Vendicatore rosso e oro come se fosse poco più di un giocattolo.

-Arrenditi, Maximus – interviene Visione, uscito dal suolo per volare direttamente di fronte a Freccia Nera.

-Il tuo potere è troppo instabile per controllare così tante persone: ora è necessaria tutta la tua attenzione per evitare che tuo fratello si liberi. Presto arriveranno rinforzi e non avrai nessuna possibilità di resistere ad un attacco di massa. La resa è l’unica scelta logica.

Freccia Nera sembra considerare l’offerta. Poi, anche se cerca con tutte le proprie forze di evitarlo, inizia lentamente ad aprire la bocca.

-Adesso – ordina Visione, riducendo la propria massa quasi a zero.

A terra, lo Spadaccino si trova in una situazione unica: stringe tra le mani un arco costruito da Crystal con la pietra, con una ciocca dei capelli di Medusa a fungere da corda.

La freccia è la spada dello Spadaccino.

-Freccia Nera contro arciere…non c’è quasi gusto.

Lo Spadaccino lascia andare la stranissima freccia, ma non prima di averne premuto un particolare pulsante. La spada raggiunge Freccia Nera passando attraverso il corpo intangibile di Visione: Freccia Nera la afferra con una mano, spezzandola in due.

Il raggio congelante, mandato in sovraccarico subito prima del lancio, fa il proprio dovere avvolgendo la testa di Freccia Nera in un blocco di ghiaccio.

 

 

New York City

 

Se ci sono cose migliori da fare nella vita che assistere ad una partita di baseball della scuola media di suo figlio, Eric Masterson non le conosce, non in questo momento almeno. Certo si tiene in disparte. Una parte di lui continua a ripetersi che lui non è veramente Eric Masterson, ma solo un costrutto biologico dei Celestiali con i suoi ricordi e… le sue emozioni? È questa la differenza giusto? Se ha le stesse emozioni di Eric Masterson come può dire di non essere davvero lui. Se fosse solo una copia senz’anima come potrebbe provare ciò che prova mentre il giovane Kevin corre lungo il campo?

È perché è distratto che non sente l’arrivo della donna alle sue spalle finché lei non parla.

-Ciao Eric.

Marcy Steele, la sua ex moglie, la madre di Kevin, un fisico statuario, lunghi capelli biondi, occhi azzurri, labbra rosse e… e… basta così, meglio lasciare da parte certi pensieri pericolosi.

-Ciao Marcy.

Basta, nient’altro da dire. Solo imbarazzo tra loro. Certo: può dipendere dal fatto che è difficile abituarsi ad averlo di nuovo intorno dopo che è stata al suo funerale. Ha pianto per lui? Ha provato dolore o rimpianto? Perché gli importa tanto?

-Come sta Bobby?- chiede Eric alludendo al marito di Marcy, Bobby Steele che di recente si è rivelato essere la nuova incarnazione dello spietato giustiziere Bloodaxe. Pessima idea forse.

-Sta… sta bene.- risponde Marcy –Il suo avvocato punta all’infermità mentale, dice che quell’ascia incantata che aveva con se lo aveva posseduto, che non era responsabile delle sue azioni.

-È vero: l’Ascia dell’Esecutore ha quell’effetto con chiunque non sia il suo legittimo possessore. Accadde anche a me, ricordi?

-Certo è stato allora che… che sei…

-Morto? Puoi dirlo tranquillamente. Se serve io… come Thunderstrike… posso testimoniarlo.

-Lo faresti davvero? Si certo, che lo faresti… sei sempre stato un uomo generoso.

-Lo pensi davvero?

Marcy gli accarezza istintivamente una guancia, poi allontana la mano di scatto

Prima che Eric o lei dicano qualcosa, ecco arrivare Kevin.

Marcy sfodera il suo miglior sorriso ed Eric… preferisce defilarsi. Parlerà con Kevin un altro giorno magari… si: un altro giorno.

 

 

Sotterranei di Attilan

 

Maximus si piega in due dal dolore, stringendosi la testa tra le mani come se fosse sul punto di esplodere. Nonostante questo, il campo di forza sta resistendo senza problemi all’assalto del potere di Photon e di Wasp.

-Cosa credete di fare, umane? Questa è una atmo-barriera! Niente può oltrepassarla!

-Tranne la luce – risponde Photon, trasformandosi in un raggio di luce e colpendo Maximus con un pugno.

-Fratello!!! – chiama a gran voce Maximus.

Si sentono una serie di esplosioni, sempre più ravvicinate, in rapidissima successione. Ma non sono esplosioni: sono soffitti e pavimenti ridotti in mille pezzi dall’avvicinarsi di Freccia Nera.

-No, non ancora – si lamenta Wasp.

-Sapevo di poter contare su di te, fratello – sorride Maximus, premendo un pulsante sulla cintura.

L’impulso ipersonico fa perdere conoscenza a Wasp e Photon, ma l’unico effetto su Freccia Nera è far vibrare l’antenna sulla sua maschera.

Freccia Nera si stacca dalla faccia il ghiaccio rimasto dall’attacco dei Vendicatori, avvicinandosi a Maximus.

-Non è ancora finita. Posso modificare i miei macchinari per usare la tua voce come fonte di energia, che ne dici?

La risposta di Freccia Nera è afferrare Maximus per il collo e sollevarlo da terra. Il campo di forza continua a proteggere il suo corpo, ma Freccia Nera è ormai oltre il suo potere.

-Ah, ce l’hai fatta vedo. Per tua informazione, questo campo di forza è basato sulla stessa tecnologia che ho usato per intrappolare Attilan…solo la tua voce potrebbe distruggerlo. E sappiamo entrambi che non oseresti mai parlare nella tua preziosa città, vero?

Il campo di forza si allarga, costringendo Freccia Nera ad allentare la presa. Le battaglie e l’arrivo irruento di Freccia Nera sono stati davvero troppo per questi antichi labirinti, e tutte le pareti iniziano ad incrinarsi.

-Sei davvero patetico, lo sai fratello? Guardami! Ho cercato di commettere il più grande omicidio di massa di questo pianeta! E che cosa hai intenzione di farmi? Sbattermi in prigione un’altra volta? Tornerò sempre, lo sai. E come sempre troverò una bella cella comoda in cui leccarmi le ferite e ricominciare da capo, perché né tu né la tua deliziosa mogliettina riuscirete mai ad accettare il fatto che non potete controllarmi! Beh, che c’è, perché quella faccia arrabbiata? Se hai qualcosa da dire in proposito, prego, sono tutto orecchi.

Maximus sorride trionfante, di fronte al campo di forza. Poi le mani di Freccia Nera iniziano a muoversi, usando il linguaggio dei segni per rispondere al fratello mentre i primi detriti iniziano a cadere su di loro.

Tu non sei più mio fratello. Tu non sei più un Inumano. Tu non sei più nessuno.

-Che stai farneticando?

Sei un nemico di Attilan. Per diritto regale ti condanno all’esilio permanente ed ordino ad ogni mio suddito di ucciderti a vista se tu dovessi mai tornare.

Questa volta è Maximus a restare senza parole, mentre Freccia Nera gli volta le spalle per recuperare i corpi privi di sensi di Wasp e Photon.

-No, questo non è…non è così che…Fratello, aspetta!

Freccia Nera non si volta. Si limita a muovere una mano per dire: io non ho alcun fratello.

Poco dopo, il soffitto crolla separando per l’ultima volta i due Inumani che un tempo erano fratelli.

Quando più tardi le macerie vengono finalmente sgombrate di Maximus non c’è alcuna traccia. Nessuno ne è sorpreso.

-Tornerà.- commenta Gorgon. –Esiliarlo non servirà a molto.

-E tu che avresti proposto, cugino?- gli chiede Crystal.

-Eliminarlo una volta per tutte, ucciderlo. Se l’avessimo fatto a suo tempo, tutto questo non sarebbe mai accaduto.

Crystal scuote la testa. Inutile discutere con Gorgon, lo sa bene.

Guarda verso Freccia Nera che si tiene in disparte a testa china. Si assume la responsabilità di tutto, è fatto così.

Solo uno dei presenti capisce che cosa sta provando il sovrano. La sua famiglia può aiutarlo ed i suoi sudditi possono supportarlo, ma non possono veramente capire fino in fondo la sua situazione.

Starfox si avvicina con passo solenne a Freccia Nera; nonostante la dura battaglia il suo costume ed i suoi capelli sono in perfetto ordine.

Gorgon si posiziona sul suo cammino, incrociando le braccia.

-Fermati; che cosa credi di fare?

-Sono Eros di Titano, membro della Famiglia Reale di Titano. Chiedo udienza al tuo re.

-Non penso proprio – risponde Gorgon, preparandosi a colpire il terreno con un calcio sufficiente a provocare un terremoto.

Una mano guantata di nero si poggia sulla sua spalla e l’Inumano si ferma. Gorgon non è fluente quanto Medusa nel linguaggio dei segni, ma capisce che cosa significano i gesti dell’altra mano di suo cugino: “Basta combattere”.

Gorgon si fa da parte digrignando i denti. Freccia Nera e Starfox si alzano in volo, per ottenere un po’ di privacy.

Al di sopra della folla, Freccia Nera aspetta. Non c’è bisogno di gesti per comunicare che ha intenzione di ascoltare quello che Starfox deve dirgli.

-Freccia Nera, io sono il fratello di Thanos. Sono certo che la sua fama oscura ha raggiunto anche il tuo regno. Credimi, io so benissimo che cosa significa condividere lo stesso sangue di un pazzo che non esiterebbe ad uccidere infiniti innocenti per raggiungere i propri scopi. Se c’è una cosa che ho imparato nei millenni è non lasciare che i crimini di mio fratello definiscano la mia vita. E’ difficile odiare il proprio fratello e sentirne la mancanza, ma è un fardello che dovrai sopportare per continuare a vivere.

Freccia Nera china il capo in segno di rispetto, riassumendo con un gesto umile mille parole.

-Ho anche un altro consiglio, se mi è concesso. Anche se sono erede di un regno che non ho mai desiderato governare, conosco fin troppo bene la tentazione a lasciare che siano le tradizioni a guidare una società. Non lasciare che siano le tradizioni a definire il tuo governo, Freccia Nera; so che tu hai a cuore questa città più di quanto molti Inumani possano sperare di capire. Ti sei guadagnato la possibilità di far sentire la tua voce. Ma se hai intenzione di farlo letteralmente dammi almeno un po’ di vantaggio.

Per la prima volta da troppo tempo, Freccia Nera si concede un genuino sorriso.

 

Il Consiglio Genetico si è di nuovo riunito. Carthus, l’alto sacerdote, si alza in piedi e parla con voce stentorea:

-Ancora una volta coloro che vengono dal mondo esterno hanno interferito con gli affari del nostro popolo portando la distruzione, io dico…

Freccia Nera alza una mano imponendo il silenzio e si alza da suo scranno. Al suo fianco Medusa traduce in parole ciò che lui dice col linguaggio dei segni.

-Non sono stati i Vendicatori a portare la distruzione su Attilan ma Maximus il folle, un membro della famiglia reale, uno di noi, non un esterno. Le accuse di Carthus sono infondate: i Vendicatori ci hanno aiutato impedendo che Maximus portasse avanti un piano di folle distruzione, ma i ciechi pregiudizi del Consiglio gli impediscono di capirlo. Il potere del Consiglio è cresciuto a dismisura superando i confini dei suoi originari compiti. Ora si arroga il diritto di dire chi deve sposarsi con chi e chi ha il diritto di nascere e chi no. Per troppo tempo ho tollerato tutto questo in nome della tradizione, ma esistono tradizioni buone, degne di sopravvivere, e tradizioni che ostacolano semplicemente il progresso. È ora di smettere di guardare indietro e cominciare ad andare avanti.

Per questo d’ora innanzi proclamo che il Consiglio Genetico è privato di ogni potere di approvare nozze e nascite degli Inumani. Sarà deciso in seguito se e quali compiti gli rimarranno affidati.

-Sire, io protesto.- interviene rabbiosamente Carthus.

Lui e Freccia Nera si confrontano. Per lunghi istanti coloro che li circondano trattengono il respiro. L’esatta estensione dei poteri di Carthus non è nota nemmeno agli stessi Inumani. Che accadrà se si ribellerà apertamente a Freccia Nera?

Alla fine Carthus abbassa la testa e si volta allontanandosi senza dire un’altra parola.

Wasp emette un leggero fischio.

-Pare che abbiamo evitato un altro scontro.- commenta.

-Non sarebbe stato logico per Carthus provocare uno scontro oggi.- interviene Visione.

-Viz... tu hai un geniale talento per l’understatement.- ribatte She-Hulk.

-Silenzio.- intima Crystal –Freccia Nera sta per dire altro.

Infatti Medusa parla di nuovo in nome di suo marito:

-Da oggi i Vendicatori sono cittadini onorari di Attilan e saranno sempre i benvenuti tra gli Inumani.

<<Ecco qualcosa di buono anche per noi, finalmente.>> commenta Iron Man

Medusa continua:

-Quanto è successo dimostra che non è sicuro né per gli Inumani né per gli Umani che Attilan rimanga in una zona densamente abitata. Per questo motivo ho deciso di spostarla in una zona poco popolata. Ho preso in considerazione molte opzioni, ma alla fine ho deciso per una zona interna del continente chiamato Antartide.

Un brusio si leva dalla folla. C’è chi approva, chi è contrario, chi è semplicemente perplesso.

Clint Barton si limita dire:

-Basta che non finiate con il perdervi nella Terra Selvaggia.

<<Dovevi proprio dire la tua eh Clint?>> gli si rivolge Iron Man.

-Mi conosci. Testa di Ferro –Non so tenere chiusa la bocca.

 

 

New York. Consolato del Regno del Wakanda

 

Janet Van Dyne non può fare a meno di sentirsi un po’ a disagio, eppure, pensa, questo è il suo mondo, è stata la regina delle feste sin da quando era una debuttante, molto tempo fa ormai, anche se a lei sembra poco più di ieri. Capita quando si perde la memoria degli ultimi dieci anni giù di lì. All’esterno cerca di mostrarsi allegra e spensierata, ma la verità è che ha dovuto far fronte a troppe cose tutte insieme. Scoprire che è stata sposata con Hank,[ii] che hanno divorziato ed in quali circostanze, che i loro tentativi di rimettersi insieme sono sempre falliti, che è stata capo dei Vendicatori, che è stata data per morta e tante altre cose troppo dure da sopportare e così eccola qui a sfoderare il suo miglior sorriso ed un abito da sera mozzafiato che, le hanno detto, ha disegnato lei stessa. La cosa buffa è che, anche se le hanno detto che lo conosce da anni, non sa praticamente nulla né dell’uomo che ha dato questo party, un re africano di nome T’Challa, che è anche un Vendicatore col nome di Pantera Nera, né tanto meno della sua fidanzata, un ex cantante di nome Monica Lynne. Oh beh, perché preoccuparsene?

Quando entra nella sala, sente gli sguardi di tutti. Chissà quanto è merito suo e quanto del suo accompagnatore.

-Invero, mia dolce Janet, il Principe della Forza è lieto che tu lo abbia scelto come tuo cavaliere.-

-Invero, Erky…- ribatte Jan ridacchiando -… dove avrei potuto trovare in giro uno più fusto di te? Credo che tutte le donne qui intorno stiano morendo di invidia.

-Se la mia padronanza dell’attuale gergo terrestre è adeguata, direi che mi hai fatto un complimento.- replica Ercole.

-Ci puoi scommettere la tua pelle di leone bello.

Janet si blocca di colpo. Quello che ha visto è proprio Hank ed è insieme ad una ragazza bionda. È davvero bella ed il fatto che sia senza un braccio non ne sminuisce la bellezza. Hank è riuscito a consolarsi, pare.

Dovrebbe far finta di niente, lo sa, ma è più forte di lei avvicinarsi a loro anche se sa che se ne pentirà dopo.

 

Rick Jones si guarda intorno e sorride: non crede di aver mai visto una simile riunione di Vendicatori di entrambe le coste senza che ci fosse una crisi globale in atto. Peccato che Genis[iii] non sia presente, ma si sono persi di vista da quando non sono più uniti a livello molecolare.[iv] Magari si sarebbe divertito qui e sarebbe valsa la pena di vederlo in smoking. Quasi tutti sono in abito da sera. Una delle eccezioni è la Visione che sembra peggio di un pesce fuor d’acqua. Decisamente non è un animale da party e non corre nemmeno il rischio di ubriacarsi. Deve essere il clima della festa ma gli è sembrato che Crystal e Quicksilver si parlassero senza litigare. Magari è stato troppo fuori dal giro e non è al corrente degli ultimi sviluppi.

-Terra a Rick Jones. Che ne dici di farmi fare un ballo?

-Cosa? Oh scusami Marlo, mi ero distratto.

-Me ero accorta.- replica sorridendo Marlo Chandler Jones.

Ok, pensa Rick, è ufficiale: sono uno stupido, come spiegare altrimenti che me ne sto a fantasticare con al fianco una moglie come la mia?

 

 

New York. Nell’atrio del palazzo in cui si trova l’appartamento di Janet Van Dyne.

 

Janet si appoggia visibilmente al braccio di Ercole. Ha decisamente esagerato con l’alcool, ma non è ubriaca. Non abbastanza, pensa.

-Ti ringrazio di avermi accompagnato sin qui Erc.- dice al suo accompagnatore –Non me la sentivo di restare alla festa e nemmeno di andarmene da sola.

-Non avrei mai potuto lasciarti da solo, Janet, ma… che posto è questo?

-Il mio appartamento di città. Abitavo qui prima di… di sposarmi con Hank. Non avevo voglia di tornare alla Torre stanotte. Per fortuna il portiere ha ancora le chiavi di riserva.

Jan prende un lungo respiro e poi chiede a Ercole:

-Ti va di salire?

Il dio della Forza rimane perplesso per qualche istante, poi ribatte:

-Sei… sicura di quello che mi hai appena chiesto?

-Non sono mai stata più sicura di una cosa come stanotte… ma se non vuoi…

-Non è quello che ho detto.

Ed entrano insieme nell’ascensore.

 

 

FINE

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Sappiamo benissimo che vi aspettereste delle lunghissime note, ma stavolta saremo davvero sintetici e ci limiteremo solo a notare che le sequenze finali rimandano al party che T’Challa, alias la Pantera Nera, ha dato per celebrare il suo fidanzamento con Monica Lynne e di cui si sono viste alcune scene focalizzate su alcuni ospiti in Capitan America #45, Devil #50, Iron Man #44, Vendicatori Costa Ovest #21, dove, peraltro si vede l’incontro tra Janet Van Dyne e Henry Pym, e ci sembrava giusto che ve ne fossero almeno un paio anche qui. Come vedrete, e forse avete già intuito, non è stata solo una cosa fine a se stessa.

 

 

Carlo & Fabio



[i]               Ok, lo sappiamo che questa è proprio la scena con cui si è concluso l’ultimo episodio, ma la tentazione è stata irresistibile.

[ii]              Henry Pym, ovvero Ant Man, Giant Man, Golia, Calabrone .

[iii]              Genis-Vell, l’attuale Capitan Marvel, nonché figlio del primo alias Mar-Vell dei Kree.

[iv]              Un fatto che ancora deve essere narrato e lo sarà prima o poi.